Lettera del Direttore Ottobre 2019: “Roma, Stazione Termini”
Cari ragazzi,
per una settimana intera sono stato, insieme ad altri quattro salesiani, nella Sede Centrale della Congregazione Salesiana, a Roma, per preparare un testo che servirà per un incontro di tutti i salesiani del mondo (tecnicamente si chiama “Capitolo generale”), che si terrà tra qualche mese a Torino. È stata un’esperienza molto arricchente, ma la “lezione” più grande, in questa settimana, me l’hanno data due poveri.
La nostra Casa Generalizia si trova proprio a fianco alla Stazione Termini, che come tutte le stazioni delle grandi città è un luogo di transito, in cui stando fermo per dieci minuti all’ingresso principale uno può vedere almeno venti etnie diverse. Il quartiere ancora oggi si chiama “Castro Pretorio” e prende il nome dai Castra praetoria, perché in epoca romana proprio là sorgevano le caserme della guardia pretoriana. Oggi è invece una zona piena di alberghi e alberghetti, spesso da non consigliare!
La sera, la stazione Termini, diventa un luogo di “rifugio” per i senza tetto e spesso anche durante il giorno si fermano lì vicino per cercare di trovare i mezzi per “sbarcare il lunario”. Molti universitari del nostro oratorio sono proprio impegnati in qualche servizio per loro.
Uscendo dalla Basilica del Sacro Cuore, una chiesa costruita con fatiche enormi da don Bosco, c’era un signore, non certo ricco, che suonava il violino e aveva aperto davanti a sé la custodia del suo strumento, la quale invitava i passanti a lasciare qualche spicciolo: vi era una banconota di un dollaro in bella vista, qualche moneta straniera e una manciata di monetine di Euro.
Ad un certo punto la musica di questo signore si è fermata e il suo sguardo ha visto un altro povero, più povero di lui, che passava sul marciapiede e che strisciava per terra la sua vecchia borsa di plastica, piena di cose. Allora il violinista si è chinato, ha preso una moneta e gliel’ha data.
Chi è povero ha sempre qualche cosa per gli altri, mentre chi ha tutto spesso neppure si accorge di chi ha vicino. Solo mezz’ora prima avevo sentito il brano del Vangelo del ricco egoista e del povero Lazzaro. La colpa del ricco non è quella di maltrattare il povero o di non aiutarlo. Ancora peggio: il Vangelo dice che neppure si accorge che alla porta del suo palazzo un povero stava morendo tra le piaghe. E il mio sguardo com’è? Sa staccarsi ogni tanto da me stesso e “vedere” un po’ più in là?
Abbiamo ormai “scaldato” i motori in questa prima parte dell’anno. Nel mese di ottobre molti di voi vivranno esperienze importanti: il pellegrinaggio della scuola media a Chieri, gli esercizi spirituali al Colle don Bosco, prima delle quinte superiori e poi delle seconde, la settimana di comunità del triennio. Il 16 ottobre, consegneremo i diplomi ai primi giovani che hanno concluso i nostri corsi professionali, aperti lo scorso anno; mentre il 18 ottobre consegneremo il tocco ai neo-diplomati del liceo, ormai entrati nel mondo dell’università!
Ci prepareremo alla festa dei Santi: dal grido inconfondibile: “Grigliatori [di salamelle, n.d.r] su le mani!” per il liceo all’Haeven’s night, appuntamento ormai atteso da tutta la media e organizzato dall’Oratorio.
Buon mese di ottobre, sapendo che la missione inizia dal mio cuore.
Don Giorgio