Buona Pasqua di Resurrezione 2022
Buona Pasqua di Resurrezione 2022
«Perché cercate tra i morti colui che è vivo?» (Lc 24,5)
Cari ragazzi, cari genitori, cari professori e amici del San Lorenzo,
vi condivido gli auguri più belli che possiamo farci in tutto l’anno, quelli di Pasqua: che il Signore faccia sperimentare a tutti noi la Sua Pasqua.
Mi colpisce sempre, leggendo i Vangeli di questi giorni, vedere come anche per i discepoli sia più facile credere alla morte che alla Risurrezione: anche davanti al sepolcro vuoto e al Risorto, i loro occhi continuano a non vedere, ad essere offuscati dalla morte, pensano poi di avere a che fare con un fantasma o uno sconosciuto.
Invece è proprio il Risorto che ci annuncia come va a finire la Storia, nella quale è custodita anche la vita di ciascuno di noi: siamo fatti per essere amati in eterno!
Per descrivere la potenza di questa verità, mi faccio aiutare da due opere, un’icona e un testo, molto recenti: la prima è un mosaico appena installato nella Chiesa di Santa Maria della Bicocca, che vedete nell’immagine allegata e che potete visitare qui (anche se dal vivo è sicuramente meglio!).
Un pannello ricchissimo, nel quale si sovrappongono due episodi di Resurrezione: uno del Vangelo e uno degli Atti degli apostoli. Pietro, totalmente appoggiato sopra e “dentro” Gesù (dalle mani ai piedi) ripete il suo stesso miracolo e restituisce la vita ad una giovane. Questa è la potenza della Pasqua! La vita dei santi, nei secoli, ci dice che chi si appoggia a Cristo (alla Sua Parola, nei sacramenti, nelle opere di carità), vede passare attraverso di sé una VITA NUOVA, capace di dare vita agli altri. Questa Risurrezione è…. contagiosa!
Ha però bisogno di tempo per manifestarsi, e chiede sempre di attraversare un Venerdì Santo: è necessaria la speranza per non affondare nel buio di certi giorni. Vi indico allora un estratto da un bel testo che ho letto recentemente – La speranza non è ottimismo di Adrien Candiard (ed. emi, 2021) – nel quale l’autore chiarisce il senso del titolo dicendo:
“Sperare non è mentire a sé stessi o nascondere la testa sotto la sabbia. È credere che l’amore è più solido di tutto il resto, perché, a differenza delle nostre ambizioni, delle nostre ricchezze, dei nostri conflitti, di tutto ciò che troppo spesso ci distrae dall’essenziale, l’amore ha promesse di eternità. Non passerà mai, ci dice san Paolo. Quando il mondo attorno a noi ci fa paura, la speranza cristiana non ci dice di stare lì a piagnucolare perché tutto va male, e neanche di sorridere stupidamente perché tutto andrà comunque bene; non ci invita ad aspettare che Dio distrugga questo mondo per farne un altro. Ci pone una domanda molto semplice: come fare di tutto questo un’occasione per amare di più? È la domanda che dovremmo farci davanti a tutte le notizie, quelle buone e quelle cattive, quelle del TG come quelle del telefonino. Come posso farne un’occasione di amare? … Vale la pena esercitarsi nelle piccole cose… È un’abitudine che vale la pena di prendere, perché, se ci esercitiamo su questi minuscoli avvenimenti, sapremo allora a poco a poco imprimere la stessa trasformazione in avvenimenti più rilevanti, e più difficili. Possono essere occasioni di amare anche una pena d’amore o il decesso di una persona cara. Ciò non significa che siano prove che si possano vivere nella gioia – non raccontiamocela! Ma scegliere di farne un luogo in cui amare di più vuol dire farne qualcosa, dar loro un senso”.
Credo sia bellissima e sfidante questa prospettiva: scegliere di amare come modo diverso di entrare nelle relazioni, sapendo che voler bene non significa automaticamente “stare” bene.
Proprio come la luce non serve a sé stessa, ma permette di vedere le cose, anche la Risurrezione di Cristo diventa la sorgente della nostra vita cristiana, smaschera la superficialità di tante giornate e trasfigura il dramma con cui si presentano a noi molti avvenimenti.
La Chiesa, dalla prima comunità dei discepoli in avanti, ci indica che non c’è nessuna Resurrezione “privata” (a proprio uso e consumo) ma è sempre nelle relazioni che si sperimenta: non perdiamo di vista l’alleanza educativa tra genitori e docenti, l’amicizia fra compagni, la presenza in famiglia, le occasioni di servizio al San Lorenzo… lasciamo che Cristo Risorto rotoli via tanti macigni dai cuori e ci coinvolga nel futuro che ci ha promesso!
Buona Pasqua a tutti!
Don Fabio Francesco Mamino – Direttore